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IL PRIMO "DOPOGUERRA", L'AVVENTO
DEL FASCISMO E IL CONTROLLO SULLE ISTITUZIONI COOPERATIVE
Terminata la guerra mondiale (1919) si ebbe la sferza dei
rendiconti: prezzi triplicati e costo della vita alle stelle.
Si fece pertanto ricorso ai prestiti nazionali. Tra il 1920 e il 1926
nuove gravi esperienze cimentarono il paese ed in particolare gli operatori
economici.
Dalla relazione del Consiglio di Amministrazione sul bilancio 1923 (esercizio
quarantaduesimo) letta all'assemblea del febbraio 1924 si estrae il passo
di apertura nel quale si rende omaggio alla memoria del presidente Girolamo
Mancini:
"Signori Soci, or è un anno chiudevamo la nostra
relazione sul bilancio dell'esercizio 1922 comunicandovi con rammarico
il congedo dá noi del Gr. Uff: Girolamo Mancini che, compiuto il
suo novantennio e avendo legato per otto lustri il suo nome al nostro
Istituto, lasciava la Presidenza della Banca Popolare e veniva da Voi
acclamato Presidente Onorario.
Con sommo dolore abbiamo partecipato in questi giorni ai funerali dell'Illustre
Vegliardo, che nella sua vita operosa servì ed onorò la
Patria col braccio combattendo contro il secolare nemico, e colla mente
lasciando innumeri opere storiche, letterarie ed artistiche ammirate fin
oltre i confini d'Italia.
È nostro orgoglio avere avuto in Girolamo Mancini non solamente
il fondatore provvido di questa Banca, ma altresì di averlo avuto
amministratore oculato che, stretto in legame di fraterna amicizia con
S. E. Luigi Luzzatti, riscosse il plauso del grande animatore delle Banche
Popolari Italiane"...
Alla presidenza della Banca Popolare di Cortona veniva eletto il N.H.
Dott. Niccolò Mancini.
Con l'avvento al potere del fascismo si ebbe l'intervento
del Governo nel sistema creditizio che culminò nel 1926 con la
restrizione della circolazione e il Prestito del Littorio.
Nel 1927 fu stabilita l'abolizione del corso forzoso e nuova parità
della lira con la sterlina e con il dollaro (la famosa "quota 90").
Negli anni 1928, 1929 e 1930, malgrado la ristretta circolazione monetaria,
che tanto disagio procurò, la Banca Popolare di Cortona riuscì
ad incrementare i capitali e il movimento delle operazioni con beneficio
per la vita economica locale e in particolare per le classi medie e lavoratrici.
Nel 1931, a compimento statutario del 50° anno di vita sociale, ai
sensi della legge 11 luglio 1909 n. 444 per le Anonime Cooperative, fu
prorogata "de jure" l'autorizzazione al funzionamento della
Banca Popolare di Cortona.
Dal 1931 al 1933, con la caduta delle predette monete e il crollo dei
titoli alla Borsa di New York, si ebbe la più grave crisi dell'economia
di mercato che doveva condurre all'inasprimento delle barriere doganali
e dei controlli valutari, nonché alla contrazione del commercio
dei cambi e all'intervento del potere pubblico sulla determinazione dei
prezzi.
Poi si ebbe la legge bancaria del 12 marzo 1936, il controllo dell'attività
creditizia da parte dell'Ispettorato per la difesa del risparmio e per
l'esercizio del credito. La lira si allineò al dollaro come nel
1927.
Svalutazione del 41 %, aumento dei crediti ipotecari, riduzione dell'utile
di esercizio delle banche caratterizzarono il periodo. L'autarchia dominò
la vita economica.
Nel triennio 1937-'39 si ebbe una leggera ripresa generale a seguito della
euforia che la conquista dell'Impero e l'annessione dell'Albania al Regno
d'Italia avevano suscitato.
Ma il 10 giugno 1940 l'Italia entrò in guerra. La pressione fiscale
si fece più pesante. Si attuò il blocco dei salari e quello
dei prezzi alla produzione. Il reddito eccedente i consumi fu fatto affluire
allo Stato. Le materie per l'industria si fecero scarse; i commerci ristagnarono
e si ebbe carenza di manodopera agricola. La forte riduzione delle attività
economiche provocò la formazione e l'aumento patologico di rilevanti
disponibilità presso le banche che trovarono collocamento nella
sottoscrizione di prestiti statali e le ulteriori disponibilità
furono indirizzate in conti correnti presso la Banca d'Italia in attesa
degli eventi che dovevano far seguito all'armistizio dell'8 settembre
1943.
I conti correnti attivi subirono una sensibile diminuzione anche alla
Popolare di Cortona per le scarse richieste dei clienti costretti dagli
eventi ad abbandonare le attività commerciali e industriali.
La situazione politica ed economica, che andò precipitando con
quella militare, determinò un grave disagio monetario. Ne derivò
un notevole incremento della circolazione dei biglietti della Banca d'Italia
(1943-'45) e nel 1946-'47 si ebbe la caduta del potere di acquisto della
lira e l'inflazione. Il costo della vita prese un ritmo vorticoso: basti
pensare che fatto pari ad 1 quello del 1913, a 4,347 quello del 1938,
si passò a 11,880 del 1943 e subito a 53,794 del 1944, addirittura
a 103,980 del 1945!
Nel 1944 le attività agricole, commerciali, industriali, bancarie
e le comunicazioni furono interrotte e la nostra Banca fu costretta a
ricorrere alla chiusura temporanea degli uffici. Il fronte passava per
la Valdichiana.
Nel 1945 la Popolare cortonese accordò larghi finanziamenti alle
ditte appaltatrici dei lavori di ricostruzione delle opere pubbliche devastate
dal passaggio della guerra nella nostra zona.
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