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LA BANCA POPOLARE DI CORTONA E LA SUA ATTIVITA' IN UN SECOLO DI
STORIA 1881-1981
EVOLUZIONE SOCIO-ECONOMICA DELL'AGRICOLTURA, DELL'INDUSTRIA,
DEL COMMERCIO E DELLE ATTIVITA' TERZIARIE NELL'AREA DI ATTIVITA' DELLA
BANCA POPOLARE DI CORTONA, DALLA FINE DELL'OTTOCENTO Al GIORNI NOSTRI.
L'avvento della Rivoluzione industriale, che la macchina
a vapore e le innovazioni tecnologiche del secolo XIX promossero e sostennero,
incise profondamente sulle comunità di lavoro e determinò
tra l'altro il sorgere di forme associative per la gestione delle imprese.
Anche se le origini di quel fenomeno economico e sociale che dicesi cooperazione,
fondato sulla solidarietà tra individui, sono antichissime, è
incontestabile che iniziatori del moderno cooperativismo furono quegli
operai tessitori inglesi che il 28 ottobre 1843 costituirono la "Società
dei probi pionieri di Rochdale" il cui statuto si ispirò ai
principi che anche oggi costituiscono la base dell'ordinamento giuridico
della cooperazione:
- associazione di persone e non di capitali;
- parità fra i soci;
- perseguimento di interessi comuni.
Ma affinché tali principi non restassero nel limbo di concezioni
filosofiche e di mere aspirazioni socio economiche era assolutamente necessario
risolvere il problema del credito e del risparmio per categorie economiche
di livello modestissimo. Si pensi, a tal proposito, che l'interesse bancario
era accessibile quasi esclusivamente alle classi agiate e che l'usura
colpiva in particolare le classi meno abbienti con livelli esosi, insostenibili.
Per esempio, nel 1881, le "prestazioni" in denaro...
avevano un'usura aggirantesi sul 50% con punte dei 120% e le anticipazioni
di generi toccavano percentuali di usura anche del 200%, mentre il saggio
di sconto e quello di interesse bancario oscillavano tra il 5 e l'8 %
!
Pertanto le teorie di Hermann Schulze-Delitzsch sulla cooperazione
di credito si fecero strada finché passarono in Germania (1852)
da enunciazioni a pratiche realizzazioni in modo che il credito non fosse
privilegio soltanto di chi era in grado di dare concrete garanzie a copertura,
ma anche di coloro che offrivano spirito di intraprendenza e capacità
di realizzazione, previdenza e risparmio. Era un grande passo in avanti
della società a favore di quanti del lavoro facevano il mezzo di
elevazione economica, sociale e morale.
Il bilancio statale italiano dopo l'unità d'Italia
non era certo in buone condizioni. La confisca e l'alienazione dei beni
immobiliari degli enti religiosi, l'inasprimento delle vecchie imposte
e l'imposizione di altre nuove, quali la ricchezza mobiliare, non avevano
modificato gran che la situazione. Le condizioni di vita, in particolare
nelle campagne, erano dure e risentivano del grave onere dell'imposta
sui terreni, delle insolvenze tributarie e degli espropri, che avevano
infierito fino al 1870, soprattutto a carico dei piccoli proprietari.
Con l'apertura del Canale di Suez e il traforo del Frejus,
che fecero dell'Italia la via più breve tra l'Inghilterra, l'Egitto
e l'India, la situazione generale ebbe un po' di respiro, avvertito anche
nei piccoli centri. Ciò nonostante, dal 1879 al 1898, si ebbero
gli anni della grande emigrazione, che vide uscire dall'Italia più
di due milioni di persone in cerca di lavoro. Quelle che restarono, per
resistere, non potevano che fare ricorso alla mutualità e alla
cooperazione i cui principi andavano, di necessità, diffondendosi.
Sorsero così le Banche popolari, istituzioni nelle quali lavoratori
e modesti imprenditori potevano attingere al credito per progredire nella
scala sociale, sia come individui, sia come imprese cooperative.
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